cucino in giardino

sentieri golosi tra fiori e verdure e piccoli assaggi di cultura del giardino...perché l'appetito vien mangiando

venerdì, febbraio 15, 2008

Istanbul - giardino

Ma vi pare giusto??

Due piccioncini (quasi tacchini ormai!) si regalano quattro giorni romantici e al ritorno si trovano sommersi dal lavoro, dalla voglia di coccole assolute dei pm, dall’agenda implacabile, che il primo post arriva oramai dopo più di una settimana!

I nonni ci hanno regalato una settimana di babysitteraggio (cari cari nonni..e vai coi violini), e sono finalmente riuscito ad organizzare il famoso regalo per gli ‘anta della bee, che voleva un viaggio in una grande città di mare al caldo: ce ne siamo volati ad Istanbul, il mare c’è ma, ragazzi, il caldo minga minga: freddissimo, e non è che veniamo proprio proprio da Lampedusa!.

Che città, quante città in una, una torta a strati, anzi no una baklava di città!

Strati urbanistici, religiosi, culturali, tutti sovrapposti, assimilati e bene amalgamati. Una città veramente molto europea (tanto di cappello: tutti parlano inglese! Magari quello di Totti – che poi è come lo parlo io, ma ci si riesce sempre ad intendere), ma attraversi il Bosforo e piombi in Asia, quella “propriocomemelaimmaginavo”. Brulicante, tutti vanno di fretta a prendere un bus, un battello, un treno, tutti con sacchetti, paccheti, sgranocchiando e sbocconcellando in continuazione, ovunque per strada, ci sono carrettini con panini al sesamo, in ogni angolo un venditore di kebab, un baracchino con la frutta.

Istanbul è gigantesca, anche i “centri storici” sono estesi, ma con la bee abbiamo sempre girato a piedi o con la metro leggera, pagando il “getòn” (che sembra veneto ma è turco!), e anche a notte fonda non abbiamo mai avuto la sensazione di una città poco sicura, anche perché, a qualsiasi ora, c’è sempre in giro una tale quantità di gente! (non ho ricordi di uno struscio del sabato sera così affollato, nemmeno ai tempi della Milano da bere)

Istanbul è adagiata su 7 colli, come Roma (aaò, si vede che gli imperatori c’avevano ‘sta fissa) e, girandola a piedi, capita spesso di perdere l’orientamento. Anche in pianta, la città non sembra organizzata a tavolino, come le nostre capitali europee, tutte assi, allineamenti, circonvallazioni. L’impressione che ho avuto è quella di una città frutto di aggregazioni sempre più estese intorno a centri di interesse, come cerchi nell’acqua, sempre più grandi fino a toccarsi.

In effetti, adesso che mi sovvengono brandelli di storia dell’urbanistica, i palazzi, le moschee e la città orientale stessa, hanno come modello originario il caravanserraglio, un bivacco nomade intorno ad un fuoco, che si trasforma in cortile porticato, cortile coperto, bazar, quartiere…

Gli abitanti di ogni quartiere poi, mi sembrano molto orgogliosi di appartenervi (tipo Siena!) e ogni panchina, tombino ecc. ha bello marcato il nome del quartiere (comodo per noi turisti cocciuti che vogliamo provare a girovagare senza mappa), insieme al logo di Istanbul (che di primo acchito avevo scambiato per il logo di una birra bavarese, e si che sono andato solo di ayran!)

Un altro modo per capire se si è nel quartiere giusto è quello di osservare i negozi e le botteghe: nel caos apparente e spontaneo dell’intreccio di stradine e viali, vige evidentemente una norma severissima??, i negozi di ogni singolo rione sono monotematici! Abbiamo attraversato strade su strade in salita e discesa, dove si vendevano esclusivamente accessori elettrici e per illuminazione (ma avete presente quanti negozi potessero convivere uno accanto all’altro e come fanno a vendere tutti, e che pppalle dopo un po’ di vetrine di interruttori ???), quartieri solo libri e rilegatorie (già meglio – nell’impeto mi stavo comprando un tre tomi di botanica turca, in turco, per fortuna l’occhiata della bee ha avuto effetto..), alcuni solo accessori per il cucito e le confezioni (negozi di solo lustrini e paillettes, altri solo bottoni, altri rotoli su rotoli di etichette contraffatte di marche di abbigliamento prestigiose, da acquistare a metrate e apporre allegramente sulle proprie magliette & co.), una volta memorizzata la sequenza di merci durante il percorso, non ci si perde più!

Allo stesso modo è organizzato il “Gran Bazar”, bello architettonicamente e per la confusione organizzata, ma un po’ da turisti “ciula”, la roba esposta non è un granché (a parte gli ori e qualche raro caso di artigianato prezioso e giustamente non “a buon mercato”), meritano invece le botteghe intorno al bazar, dove si possono vedere botteghe minuscole e rigorosamente monotematiche , vendere cose improbabili (già sapete come è andata a finire col samovar-griglia-forno-piadiniera a carbonella!).

Anche le città dei morti sono interessanti (non so se è il mio animo dark o l’interesse paesaggistico, ma una visitina ai locali cimiteri, la trovo sempre istruttiva; la bee rogna un po’ ma poi si adegua, per fortuna non sono un ingegnere fognario – come diceva sempre il papà giardiniere, di una mia amica). Apparentemente casuali e senza recinzioni, intere colline con le tombe bianche, accatastate le una sulle altre, inframmezzate da cipressi scuri, appiccicate, senza viuzze o possibilità di accedervi, che uno si domanda, come mai avranno fatto a portare una bara fin lì?

E i giardini? E il verde?

Hem, ho visto un immenso “lungomare” attrezzato e molto popolato, così come vasti parchi gioco nei quartieri non centrali, svariati boschi-cimitero bianchi con i cipressi custodi del sonno e un immenso parco con platani pluri-centenari vicino al palazzo del Topkapi, orti urbani terrazzati sul perimetro esterno delle mura con delle verze viola gigantesche, che mi hanno fatto subito pensare alla Roma ruderale dei film di Pasolini, (gli orti e le mura mica le verze!), piccoli antichi cimiteri romantici tutti coltivati a rose, ma esattamente sotto i piloni delle sopraelevate, i giardini formali tutti siepette e basse recinzioni ad anelli di metallo che stanno insieme ormai solo con lo strato delle vernici, davanti alla Moschea blu e i deludentissimi giardini dell’ Harem!

Ma scusa, hai il giardino dei tulipani! Che si chiama proprio così per la folle passione dei “pascià “, impazziti per il bulbillo di origini persiane, tanto da realizzare un giardino di soli tulipani, con tanto di tartarughe “reggi moccolo” a passeggio tra i fiori con i lumini colorati incollati sul guscio! E fammeloimmaginare, non dico ricostruirlo paro paro che non avrebbe alcun senso, ma un bel giardino di tulipani e tartarughe cosa vuoi che sia realizzarlo???

Vabbè, forse la stagione non aiutava in tal senso, le piante erano tutte spoglie e, come ho già detto, faceva un freddo blu, ma sia all’interno del palazzo del Topkapi, sia al museo delle arti islamiche mi sono rifatto gli occhi e ho trovato innumerevoli fonti di ispirazione giardiniera.

La storia dell’arte islamica, quella turca in particolare, con le generose incursioni nelle vicine Cina ed India e con il veto di rappresentare gli esseri viventi, per non “sfidare” il creatore, sono giardino!

Le porcellane delicate importate dalla Cina , le maioliche turchese che ricoprono ogni superficie e che potresti stare ore e ore a contemplare nel dettaglio, i tappeti, i gioielli le stoviglie, le armi, i dettagli architettonici tutto rappresenta il giardino e il mondo vegetale, più o meno stilizzato, a seconda del periodo.

Anche la sezione etnografica mi ha dato un brivido di gioia, su ingialliti tabelloni che nessuno si filava, la spiegazione di tutte le erbe e i mordenti usati per la tintura della lana e della seta per i tappeti, i custodi non capivano l’entusiasmo con cui fotografavo ogni singolo elemento del tabellone! E ridacchiavano sotto i baffi.

La sera, dopo queste emozionanti ma massacranti scarpinate, per rimetterci in sesto e non crollare miseramente a letto alle 7, ci siamo goduti un paio di volte l’hamam, il bagno turco.

La prima volta abbiamo voluto visitare il famosissimo Cagaloglu hamam, bellissimo, elegante, suggestivo, ma ahimè ogni apparente cortesia…si paga profumatamente, ma ne vale la pena. La hall intorno alla fontana, con il soppalco e le stanzette-spogliatoio sono suggestive, per non parlare del calidarium, con la volta a cupola e i marmi ovunque, che ti accoglie con un odore di grotta misto a geranio e rosa. Una seconda volta abbiamo scelto un hamam meno famoso, e meno elegante, ma altrettanto antico. Al posto della fontana, nella hall una stufa a carbone e tutto intorno al soppalco fili con gli asciugamani a stendere. Al posto degli ori e dei legni preziosi vernice psichedelica blu elettrico e giallo limone, al posto degli zoccoli in legno e madreperla, ciabattazze in gomma, al posto delle ciotole in metallo secchi di plastica.

Nel calidarium però ad attenderci personale ancora più gentile e disponibile e lo stesso odore caldo umido.

La cupola di questo hamam aveva la forma spiralata di uno stampo da gugelhupf, l’ho contemplata per un po’, godendomi il marmo caldo sotto la schiena, cullato dal canto di una massaggiatrice del reparto femminile accanto, intenta a massaggiare la bee (nella volta c’era un’apertura , altrimenti i bagni turchi sono rigorosamente separati!). Dopo la strigliata con il guanto di crine e il massaggio mi sono fatto un ronfo di mezz’ora, e così anche la bee, anche perché la sveglia, ogni matina era alle 6, 6e10.

Ecco, se doveste andare ad Istanbul, assicuratevi che la finestra dell’albergo non sia a cinque metri in linea d’aria con il minaretto della moschea più vicina altoparlantemunito!

Ragazzi, il primo richiamo alla preghiera è proprio intorno alle 6, e alloggiando noi a Sultanahmet, il quartiere con la massima concentrazione di moschee, l’effetto stereo era dirompente.

Durante la giornata però, il canto dei Muezzin è veramente suggestivo.

E delle spezie del mercato Egizio e delle vostre cenette turche??

Al prossimo post, vi prego, adesso sono lesso, saluti turchi, cat

22 Commenti:

Blogger Scribacchini disse…

Ti sei fatto attendere ma ne valeva la pena. Si, siamo fortunati che tu non faccia l'ingegnere fogniario ;-)
Grazie per aver condiviso il viaggio.
Riguardo al samovar esprimo la mia profonda comprensione ad entrambi. A te per la frustrazione, alla Bee per il sollievo.
Si, caro, sono andata a scuola dalle suore ;-)
Smack. Kat

15/2/08 08:07  
Anonymous Anonimo disse…

Eh, ma ce n'è ancora da condividere.....manca, ad esempio la descrizione dei desserts gustati dai due tacchini: giuro, se non la posta la posto io, perchè è imperdibile.........
tanto ormai c'ho il divano letto pronto dagli Scribacchini......

15/2/08 08:39  
Anonymous Anonimo disse…

che città meravigliosa! io ne sono rimasta rapita.. ti confesso che alla fine (dopo 8 gioni) mi ero anche abituata al muezzin della mattina, che in estate è alle 5 e quasi quasi ne sentivo la mancanza
ciao alessandra

15/2/08 08:54  
Anonymous Anonimo disse…

Caspita che racconto suggestivo!
Mi avete dato un'altra motivazione per organizzare una "Gita" ad Istambul...sono anni che ce l'ho in testa, non mi ersta che organizzare!
Buona giornata e..attendo il racconto sui dessert!La cucina turca è divina!
Saretta

15/2/08 09:43  
Blogger Cuoche dell'altro mondo disse…

Aspettavo anche io impaziente il primo racconto. Splendido. Ed è bello sapere che ci sarà ancora molto da condividere con voi. Grazie. Buon WE, Alex

15/2/08 09:55  
Blogger sonia disse…

Fantastico racconto! Instambul è uno dei miei sogni insieme all'Egitto!
"una baklava di città" è una metafora fantastica!
sonia

15/2/08 11:45  
Blogger Giovanna disse…

io , io, sono io quella che viene da Lampedusa!! e devo dire che noi siamo stati fortunati e dove avremmo dovuto trovare il freddo non lo abbiamo trovato! cioè dalle vostre parti!! che bei posti!! mi hai fatto venire la voglia di ripartire :))

15/2/08 14:34  
Anonymous Anonimo disse…

Giovanna, anche da te non deve essere niente male! Siamo stati in Sicilia, ma a Lampedusa, purtroppo, no: ma c'è tempo.
Ricorda che io aspetto il tuo video su come si puliscono le seppie....

15/2/08 17:07  
Anonymous Anonimo disse…

mi piace un sacco leggere i tuoi racconti, adesso poi mi sono abituata a cercare ogni giorno il tuo blog e quando ne trovo uno nuovo sono contentissima. grazie!!!
piera

15/2/08 17:11  
Blogger Paolo Tasini disse…

Cat e Bee in fuga romantica ad Istabul.

Wow!

Cat sei un reporter consumato ma io ora voglio il post della Bee: forza Bee!!!

15/2/08 22:34  
Blogger Paolo Tasini disse…

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

15/2/08 22:35  
Blogger cat disse…

ciao a tutti.
Kat, anche il vassoio da bar con in manico a sospensione (nonsosemisonospiegato)è stato cassato...che ci vuoi fa'...
ciao alessandra, ci credo, come abituarsi al suono delle campane!
ciao saretta, sì sì, città da visitare, affascinante, comoda, sicura e non troppo dispendiosa.
ciao alex, mi impegno e durante il we posto la pappa.
ciao sonia benvenuta da queste parti.
ciao anche a giovanna, credimi, un freddo umido e ventoso come proprio non ci imaginavamo, ma come avranno fatto ai tempi dell'harem??
ciao piera, grazie; mi piacerebbe scrivere di più, ho un sacco di ricette e foto in archivio, ma a volte mi faccio prendere dalla pigrizia/stanchezza, già nella vita ci sono un sacco di scadenze da rispettare...
ciao paolo, gli alberi secolari ti sarebbero piaciuti molto, i kilometri di ghirigori di primule e pensée un po' meno ;O)!
eddai commentatore timidone, lanciati, lasciami il tuo foglietto!
saluti golosi a tutti

16/2/08 09:27  
Blogger equipaje disse…

Mmm, solo un archicuoco affamato può vedere nella cupola uno stampo di gugelhupf (ho appena gugolato per capire che caspita fosse)! :D

Quattro giorni ma intensi,parrebbe proprio... bisogna tornare presto per vedere anche il resto (ch'è tanto e che è bell'assai; ci fui un mese in vacanza nel 1992, ed è rimasto forse il miglior viaggio de mi vida).

Bentornati!

17/2/08 08:59  
Blogger Unknown disse…

Meraviglia!
Leggendoti mi sembrava di esserci :-*

placidasignora.com

18/2/08 19:46  
Anonymous Anonimo disse…

Bellissimo il vs racconto, avete risvegliato ricordi di uno splendido viaggio a Istanbul nel 1983, l'unica pecca è stato il cibo, un vero incubo.
opaca massaia

19/2/08 01:01  
Blogger flat eric disse…

Grande nostalgia di Istambul e della Turchia!
Nel '77 l'abbiamo girata per un fantastico mese.
forse il mio più bel viaggio.
PS: per mangiare i kebab vanno bene (ma dopo un po stancano).
Bentornati!

19/2/08 09:30  
Blogger Morrigan disse…

Caro Archiniere, il tuo post mi ha rimandato indietro di qualche mese quando anch'io, con il naturalista, sono ritornata in Turchia e a Istanbul dopo il primo viaggio fatto in luna di miele!
A me stupisce sempre come città e ci ritornerò sicuramente.
Siete andati al cafè Pierre Loti e avete preso la funicolare, passando sopra il cimitero, vero? ^___^
E la cisterna? Somiglia tanto alle caverne di Moria, almeno questo è l'effetto che produce in me.
E voi siete pure stati all'hammam e noi no!
Ecco perchè tocca tornarci! :-D
La gita sul Bosforo l'avete fatta?
Ma hai per caso dato un'occhiata al "breve" ??? ahem) resoconto che feci io del mio viaggio.
Ti lascio il link http://tabatuga.blogspot.com/search/label/Turchia
e grazie per questo post e per le foto che son sempre suggestive! :-D
P.S. i negozi monotematici erano quelli che dal porto salivano su verso Sultanhamet, praticamente dove ci passa la metro leggera, vero?
E i libri di botanica turca quali erano? O___o
No, sai, con un marito naturalista e che ha anche i libri di botanica in georgiano....
E in che hotel alloggiavate? Secondo me, anche se ne scegli uno che apparentemente è lontano dalla moschea, il muezzin riesce sempre a svegliarti. Noi la moschea l'avevamo proprio davanti all'albergo.. sigh! e la sveglia era un pò prima delle sei... credo
Güle güle
^___^

19/2/08 17:15  
Blogger aurucc disse…

Caro Carlo Alberto Tre...ni,
per prima cosa Ti saluto e mi complimento per quanto di bello inserisci nel blog.
Anche io sono un architetto con la passione per il giardinaggio, casalingo però.
Ti scrivo dalla Calabria, dalla Provincia di Catanzaro e sarei interessato ad una talea di quella varietà di more, la "tornfree" mi pare, che vorrei sistemare a tergo di una recinzione che vorrei nascondere, ma nello stesso tempo vorrei qualche cosa di utile.
Oggi ho tentato di trovare un Tuo recapito, ma sono solo riuscito a risalire al nome e cognome sulla lista dell'ordine professionale.

un saluto
Aurelio
aurucc@virgilio.it

19/2/08 22:28  
Blogger cat disse…

ciao cari
equi mi sa che le forme in rame da gugelhupf, gli austriaci le abbiano copiate proprio dalle cupole turche, così come i cornetti, i Gipferl, che in turco vuol dire spiccio di luna,l'uso delle mandorle e del miele ecc...eppoi è vero, il massaggio mi aveva messo una fame tremenda!
ciao mitì che bello quando mi passi a trovare!
opaca massaia perchèmidiciciò?? mediamente ho mangiato molto bene ad Istanbul, e considera che montone & co. manco se mi pagano li assaggio!
ciao flat, allora la vogliamo smettere con queste descrizioni di viaggi da un mese in turchia, che io, l'ultima volta che sono andato un mese in ferie, credo fosse la prima media???;O) BEATI! è tutta invidia.
ciao Morrigan, certo che ero venuto a sbirciare!! il cimitero è proprio quello della collina del caffè famoso, nel prox post vedrai anche il bicchierino di ciaj.
caro aurucc, ma sei un segugio?? non hai visto in fondo alla barra laterale la mail?? per le talle di mora rampicante la vedo dura: 1 si devono peparare in tarda estate, 2 appena tagliate andrebbero invasate e poi come te le spedisco?? 3 con i tempi delle poste ti arriverebbero mummificate! credo non sia difficile trovare una piantina sana e rigogliosa in un qualsiasi garden delle tue parti: Rubus hyb. "Thornless", mora senza spine. Comnque se proprio non riesci a trovarla contattami, ci inventeremo qualcosa, saluti golosi a tutti cat.

20/2/08 13:52  
Blogger Serena disse…

Bello bello bello...spero di leggerti presto!
Intanto se ti va, fai un salto da me!
http://pensieri-miei.blogspot.com/

20/2/08 16:25  
Blogger equipaje disse…

> così come i cornetti, i Gipferl, > che in turco vuol dire spiccio
> di luna

occorre spiegarlo agli francesi, che rivendicano l'invenzione del croissant (crescente come la luna della bandiera turca, appunto)

c'è chi architetta le cupole e chi i budini :)

20/2/08 16:45  
Blogger equipaje disse…

(ehmm, ça va sans dire che "agli francesi" c'est un franscescim)

20/2/08 21:32  

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